È già in piena attività, al centro del bellissimo impianto indoor del Pala Volkswagen di Fieracavalli, a controllare, studiare, impartire direttive ai suoi due assistenti. Uliano Vezzani, emiliano, 63 anni, è tra i migliori chef de piste al mondo. Quest’anno la tappa del Longines FEI Jumping World Cup™ di Verona sarà l’unica del circuito che lo vedrà tracciare i percorsi di Coppa del Mondo
Aperto o chiuso: dove si lavora meglio? «Outdoor ci sono spazi maggiori, ma il campo gara di Verona al Padiglione 8 ha dimensioni notevoli e così ci si lavora comunque molto bene, soprattutto perché non ci sono condizionamenti atmosferici. Per il resto, la struttura della Fiera è di grande aiuto: le scuderie sono bellissime, funzionali, e hanno il vantaggio di essere attaccate tanto al campo prova quanto al campo gara».
Nell’allestimento dei percorsi, quali sono le differenze?
«I percorsi al coperto vanno costruiti in altro modo, rispetto all’esterno, perché in ogni caso gli spazi sono complessivamente inferiori. Le linee sono più brevi e la sequenza degli ostacoli va gestita diversamente ».
Per i cavalli invece cosa cambia, tra aperto e chiuso?
«Nei campi indoor non si guardano attorno, restano più concentrati. E gareggiare sempre e solo su questi terreni di ultima generazione, con materiali silicei, li aiuta a preservarsi meglio fisicamente. Conosco impianti a memoria, Verona è tra questi, ma quando devo costruire percorsi è sempre come la prima volta. Dimentico il passato. Guai se non fosse così, rischierei di dare per scontate tante cose e andrei incontro a degli errori. Invece riparto sempre da zero e finora la cosa ha funzionato. Sarà così anche per la tappa di Coppa del Mondo di Verona 2021, impegno faticoso ma stimolante. E poi ogni anno cerco di cambiare qualcosa rispetto al passato, sempre nel massimo rispetto della sicurezza del cavallo e del cavaliere».