L’affinità elettiva tra uomo e cavallo non conosce ostacoli. Lo sa bene Pietro, un bambino di 13 anni affetto dal disturbo dello spettro autistico non verbale che, grazie al progetto Riding the Blue, ha scoperto un nuovo amico e una seconda famiglia.
Ce lo racconta la mamma Imma «È molto difficile comprendere le necessità e gli stati d’animo di Pietro, perché utilizza dei canali di comunicazione diversi dai nostri. Il suo approccio è molto fisico e le persone, in un primo momento, fanno fatica a comprendere di cosa abbia bisogno. Questo non succede con i cavalli che, come lui, si affidano alla parte fisica per comunicare le loro esigenze e i loro stati d’animo».
Il percorso di Pietro non è stato facile.
La prima volta che è salito a cavallo, ha subito notato la sua ombra riflessa per terra, spaventandosi. Con il tempo e tanta pazienza ha imparato a capire che, nel rapporto con il cavallo, ci sono reazioni differenti a comportamenti diversi, riuscendo così a creare un legame davvero speciale con Mary, che – come spiega la mamma – ha dato risultati sorprendenti: «In lui noto un grande miglioramento nei tempi di attesa. Per montare a cavallo, infatti, bisogna seguire un iter preciso in cui l’animale viene sellato, pulito e preparato. Tutte queste attività si svolgono nell’arco di un’ora circa, una tempistica che, per un bambino con le sue difficoltà e che si muove continuamente, è difficile da gestire, se non quasi impossibile. Ma con il cavallo è diverso: entra in sintonia con lui, che riesce a trasmettergli serenità e tranquillità».
Pietro si reca a Corte Molon presso ASD Horse Valley per partecipare al progetto Riding The Blue una volta a settimana e non lo considera più come un compito da svolgere, ma come un momento di gioia e di libertà: «In famiglia organizziamo le attività settimanali su un calendario che guardiamo sempre insieme per rendere noto a Pietro cosa lo aspetta. Tutte le attività da lui vengono viste come un obbligo, soprattutto adesso che sta vivendo la sua fase adolescenziale. Con la terapia a cavallo è diverso: è lui stesso a mettere sul calendario l’immagine del cavallo».
La serenità e l’armonia che Pietro è riuscito a raggiungere, ad oggi, insieme a Mary è straordinaria. Così tanto da portarlo, lo scorso anno, ad esibirsi a Fieracavalli davanti a 10.000 persone: «Vedere mio figlio in scena davanti a così tante persone è stato un sogno e il raggiungimento di un obiettivo importantissimo. Per questo non mi stancherò mai di ringraziare tutta l’equipe di Riding The Blue che ha permesso tutto questo».
Il progetto Riding The Blue, nato dal protocollo d’intesa tra Veronafiere, l’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e l’Unità Locale Socio-Sanitaria 9 Scaligera, per verificare e misurare con strumenti scientifici l’efficacia degli interventi assistiti con gli animali nei bambini affetti da disturbo con spettro autistico.
Guidato dal Dott. Leonardo Zoccante insieme al Dott. Michele Marconi, il progetto ha l’obiettivo di dare a questi bambini la possibilità di generalizzare le competenze apprese in un ambiente facilitante insieme al cavallo, per esportarle in un contesto di vita quotidiana. Ce lo spiega il Dott. Marconi: «Durante l’intervento, applichiamo un modello di protocollo che mira a fare interagire cinque aree neuropsicomotorie in modo sincrono. Mi spiego meglio: mentre noi riusciamo a fare più azioni contemporaneamente, i bambini affetti da spettro autistico hanno molta più difficoltà a mettere in pratica più azioni simultaneamente. Attraverso il cavallo, però, questo processo avviene spontaneamente imparando inoltre a controllare meglio l’aspetto emotivo».
Vi diamo appuntamento a Verona, dal 9 al 12 Novembre 2023, con la 125ª edizione di Fieracavalli.