Stefano nasce in una famiglia contadina dove gli animali sono, da sempre, compagni fedeli: «Se penso, adesso, che ho ricevuto prima un cavallo che il motorino, mi viene da ridere».
Questo regalo, però, gli permette non solo di costruire un legame speciale e indissolubile con questo animale, ma anche di avvicinarsi a un’arte antica come quella della Mascalcia: «Un mio amico frequentava la scuola di Mascalcia a Pinerolo e mi ha introdotto a questo mestiere che mi ha affascinato fin da subito. Anche durante l’università, dove ho frequentato veterinaria, non ho mai smesso di cercare di imparare il più possibile, viaggiando molto. Solo vedendo realtà diverse, infatti, ho potuto scoprire tecniche e approcci al cavallo diversi e affascinanti».
Nel 1983, finalmente, Stefano ottiene il brevetto di maniscalco: «Devo molto al mio maestro, il maresciallo Vincenzo Blasio. Aveva qualcosa di speciale, un feeling con i cavalli che definirei quasi divino. Ricordo che una volta ero alle prese con questo esemplare davvero indomabile e lo chiamai per aiutarmi. Una volta con il cavallo, gli bastarono qualche carezza e qualche sussurro all’orecchio per tranquillizzarlo».
Oggi Stefano è chiamato dalle migliori scuderie e club ippici italiani, portando avanti un lavoro ricco di tradizione: «Essere un maniscalco significa avere solide radici e un forte orientamento alla cultura e all’approccio artigianale del mestiere. Le tradizioni continuano a esistere, ma c’è bisogno che vengano sempre promosse e sostenute, stando in mezzo ai cavalli, comprendendo le loro esigenze, passando dal ferro caldo, alla forgia a carbone e alla bottega».
Il cavallo, per Stefano, va sempre rispettato senza alcuna eccezione, perché così come lui è devoto all’uomo, l’uomo deve esserlo al suo benessere, soprattutto aiutandolo con un buon “paio di scarpe”: «Oggi esistono mezzi potentissimi, ma si sta un po’ perdendo l’approccio al mestiere artigianale, che deve essere portato avanti. Il maniscalco del futuro, così come quello del passato, è quello che condivide consigli, esperienze e metodi di lavoro con i propri colleghi. Solo con la comunicazione, infatti, si può sfruttare il meglio della modernità, senza dimenticare le tradizioni e l’arte di questo antico lavoro».
E non c’è miglior posto di Fieracavalli per questo “scambio d’idee”: «È uno dei momenti più belli dell’anno, dove si riunisce, da ogni parte del mondo, tutta la comunità appassionata di cavalli. Ricordo un anno in cui mi sono trovato ad aiutare un signore inglese, che aveva un cavallo con uno zoccolo di resina, e che si sarebbe dovuto esibire da lì a breve. Sono riuscito a sostituirlo alla “maniera italiana” e lui, rimasto molto colpito, non ha mai smesso di ringraziarmi».
L’appuntamento per conoscere e ammirare dal vivo l’arte della mascalcia è a Verona, dal 9 al 12 novembre 2023.